L’ultimo vino prodotto dai fratelli Gondi, ha il volto potente e definito di un vino tradizionale e allo stesso tempo sembianze, carattere e freschezza di un vino dai sentori particolari.
Così si coniuga una nuova visone del sangiovese.
Dalle prime vigne degli Etruschi al riconoscimento dato al Chianti Rufina da Cosimo III de’ Medici, il cammino è stato lungo e pieno di gratificazioni.
Il terroir di galestro, argilla e sedimenti calcarei
dà a questo vino grande struttura e longevità.
Dopo la vendemmia metà delle uve vengono pigiate subito e metà appassite per un mese.
In seguito, la fermentazione avviene in due barrique.
Le uve riposano 18 mesi in barrique di rovere francese diverse: il vino ottenuto dalle uve fresche, in una barrique a tostatura media, quello appassito in una dalle note più austere e potenti.
Da una parte nasce un vino fruttato e rotondo, dall’altra un vino corposo.
Il blend delle due barrique definisce l’anima complessa del Fiammæ.
Sono questi i caratteri dominanti del Fiammæ,
un vino dal colore rosso rubino brillante con lievi riflessi porpora.
Naso intenso e complesso, dove spiccano note di frutta cotta rossa: ciliegia e fragola si armonizzano con le note speziate di vaniglia, chiodi di garofano e mandorle, per chiudere con lievi sentori di caffè e cioccolato.
Dalle fiamme, scolpite da Giuliano da Sangallo che ardono nell’etichetta, è stato creato un vino unico, nato da un progetto di anima e cuore, con il colore della passione.
Fiammae è la più alta espressione di questo incontro.